Medici, operatori sanitari, assistenti spirituali e assistiti si trovano oggi di fronte a nuove sfide etiche, per le quali è necessario prima di tutto un dialogo e una conoscenza più approfondita delle rispettive esigenze, siano queste professionali, rituali e persino alimentari.
Un processo di cura che tenga conto della dimensione spirituale della persona assistita – con particolare riferimento alle tre religioni monoteiste, Islam, Cristianesimo, Ebraismo, con approfondimenti anche su Induismo e Buddismo – rappresenta un valore irrinunciabile della persona, a prescindere dal proprio ruolo professionale e dalle proprie convinzioni di fede.
Il progetto intende dare spazio a ciascuna delle realtà che concorrono alla cura, intesa come sforzo di tensione verso il Bene, il cui successo trascende l’individuo che se ne fa strumento e anche colui che la riceve. Tale prospettiva risponde a un’esigenza reale nella vita di uomini e donne che vivono l’esperienza ospedaliera, per necessità o per lavoro.